Milano Saxophone Quartet
“Benché siano giovani, freschi e carichi di energia, i membri del Milano Saxophone Quartet suonano con incredibile raffinatezza”. (MITO Settembre Musica)
Il Milano Saxophone Quartet è presente nel panorama musicale internazionale dal 2010. Grazie alla loro formazione, sotto la guida dei più illustri maestri in Francia, Austria e Italia, hanno sviluppato e affinato virtuosismo, unito ad una musicalità cento per cento made in Italy oggi apprezzata ovunque.
Il Quartetto ha suonato presso numerose sale da concerto, come: Teatro Civico di Alghero, Teatro Ristori di Verona, Teatro Dell’Arte di Milano, Teatro Vittoria di Torino, Belgrade Philharmonic Hall Teatro Civico di Schio, Teatro Secci di Terni, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro Zandonai di Rovereto, Filarmonica di Trento e Piccolo Teatro Studio Melato.
E’ stato ospite di enti prestigiosi come MITO Settembre Musica, Musica Riva Festival, Alpen Classica Festival, Opera Estate, Società del Quartetto di Milano, Società del Quartetto di Vicenza, Società del Quartetto di Vercelli, Palazzo Marino in Musica, Lake Como Festival, Temporada de Musica da camera UTEM (Cile), Cile Saxfest, Vienna Saxfest, Musica Riva Festival, Associazione Filarmonica Umbra, Long lake Festival (Svizzera).
Nel 2020-21 è stato protagonista di un tour europeo che lo ha portato ad esibirsi con apprezzamento del pubblico in Montenegro, Serbia, Slovenia, Croazia, Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera, Austria e Repubblica di San Marino.
Il quartetto, attivo anche discograficamente, nei suoi primi due album ha dato nuova voce a compositori e stili musicali apparentemente lontani dalla fisionomia timbrica del proprio strumento, registrando Musica Ficta per ARS produktion e Rispetti e Strambotti per Azzurra Music. Col suo ultimo lavoro discografico Skylines, registrato per Ambiente Audio, si è invece spinto nella ricerca intima delle sonorità più affini al saxofono, contribuendo alla creazione di un nuovo repertorio per questo strumento.
Collabora attivamente a progetti crossover con Antonella Ruggiero, Giorgia Antonelli (Strappatempo) e il Coro Sasso Rosso.
Il Milano Saxophone Quartet suona anche D’Addario ed è artista Selmer e LefreQue
Il Milano Saxophone Quartet è presente nel panorama musicale internazionale dal 2010. Grazie alla loro formazione, sotto la guida dei più illustri maestri in Francia, Austria e Italia, hanno sviluppato e affinato virtuosismo, unito ad una musicalità cento per cento made in Italy oggi apprezzata ovunque.
Il Quartetto ha suonato presso numerose sale da concerto, come: Teatro Civico di Alghero, Teatro Ristori di Verona, Teatro Dell’Arte di Milano, Teatro Vittoria di Torino, Belgrade Philharmonic Hall Teatro Civico di Schio, Teatro Secci di Terni, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro Zandonai di Rovereto, Filarmonica di Trento e Piccolo Teatro Studio Melato.
E’ stato ospite di enti prestigiosi come MITO Settembre Musica, Musica Riva Festival, Alpen Classica Festival, Opera Estate, Società del Quartetto di Milano, Società del Quartetto di Vicenza, Società del Quartetto di Vercelli, Palazzo Marino in Musica, Lake Como Festival, Temporada de Musica da camera UTEM (Cile), Cile Saxfest, Vienna Saxfest, Musica Riva Festival, Associazione Filarmonica Umbra, Long lake Festival (Svizzera).
Nel 2020-21 è stato protagonista di un tour europeo che lo ha portato ad esibirsi con apprezzamento del pubblico in Montenegro, Serbia, Slovenia, Croazia, Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera, Austria e Repubblica di San Marino.
Il quartetto, attivo anche discograficamente, nei suoi primi due album ha dato nuova voce a compositori e stili musicali apparentemente lontani dalla fisionomia timbrica del proprio strumento, registrando Musica Ficta per ARS produktion e Rispetti e Strambotti per Azzurra Music. Col suo ultimo lavoro discografico Skylines, registrato per Ambiente Audio, si è invece spinto nella ricerca intima delle sonorità più affini al saxofono, contribuendo alla creazione di un nuovo repertorio per questo strumento.
Collabora attivamente a progetti crossover con Antonella Ruggiero, Giorgia Antonelli (Strappatempo) e il Coro Sasso Rosso.
Il Milano Saxophone Quartet suona anche D’Addario ed è artista Selmer e LefreQue
Duo Zefiro
Giorgia Comelli – fisarmonica
Stefano Papa – saxofoni
Gymnopedie
“Gymnopedie”, un termine che riconduce al movimento, alla ritualità e alla danza, e che racchiude in sè una pluralità di significati storici, musicali e linguistici. L’origine storica del termine rimanda ad un’antica cerimonia greca caratterizzata dalla danza festosa di due cori, uno composto da adulti e l’altro da giovani adolescenti.
Fin da tempi lontani, musica e danza, suono e movimento, si sono uniti in un rapporto complementare, indissolubile. Un legame fra i più antichi nella storia dell’arte che nei secoli ha scandito la vita dell’uomo attraverso rituali civili e religiosi.
Il Duo Zefiro diventa interprete e narratore di un percorso che vede questo binomio sia sfondo che energia generatrice di emozioni, passioni e vissuti propri della storia dell’umanità.
Stefano Papa – saxofoni
Gymnopedie
“Gymnopedie”, un termine che riconduce al movimento, alla ritualità e alla danza, e che racchiude in sè una pluralità di significati storici, musicali e linguistici. L’origine storica del termine rimanda ad un’antica cerimonia greca caratterizzata dalla danza festosa di due cori, uno composto da adulti e l’altro da giovani adolescenti.
Fin da tempi lontani, musica e danza, suono e movimento, si sono uniti in un rapporto complementare, indissolubile. Un legame fra i più antichi nella storia dell’arte che nei secoli ha scandito la vita dell’uomo attraverso rituali civili e religiosi.
Il Duo Zefiro diventa interprete e narratore di un percorso che vede questo binomio sia sfondo che energia generatrice di emozioni, passioni e vissuti propri della storia dell’umanità.
- Erik Satie (1866 – 1925) – Gymnopédies (1888)
- Fryderyk Franciszek Chopin (1810 – 1849) – Valzer op.69 nn. 1 e 2 (1829-1835)
- Johann Sebastian Bach (1685 – 1750) - Partita in LA minore, BWV 1013 (1722-23)
- Claude Debussy (1862 – 1918) – Clair de lune
- Maurice Ravel (1875 – 1937) – Piéce en forme de habanera (1909)
- Béla Bartók (1881 – 1945) – Romanian folk dances, Sz.56 (1915)
- Richard Galliano (1950) – Tango pour Claude (1993)
- Astor Piazzolla (1921 – 1992) – Escualo (1980)
Insonans Duo
Gabriele Marzella – clavicembalo
Stefano Papa – saxofono
MỲTHOS
“Il mito è il fondamento della vita, lo schema senza tempo, la formula secondo cui la vita si esprime quando fugge al di fuori dell'inconscio." (Thomas Mann)
Eterna fanciullezza, un ossimoro che solo il potere evocativo della mitologia greca è stato in grado di esprimere tanto concretamente.
Mỳthos, il progetto dell’Insonans Duo, ne rappresenta in pieno l’espressione musicale.
Il clavicembalo, strumento eterno appartenente al più alto rango della gerarchia musicale, traccia la strada al saxofono, il fanciullo dalla bellezza irriverente.
Questo connubio transgenerazionale trova l’equilibrio del suo ricercare nell’acqua, nella natura, nel mito. Là dove tutto comincia, ninfe e dee si incontrano, ed il mito si racconta.
Stefano Papa – saxofono
MỲTHOS
“Il mito è il fondamento della vita, lo schema senza tempo, la formula secondo cui la vita si esprime quando fugge al di fuori dell'inconscio." (Thomas Mann)
Eterna fanciullezza, un ossimoro che solo il potere evocativo della mitologia greca è stato in grado di esprimere tanto concretamente.
Mỳthos, il progetto dell’Insonans Duo, ne rappresenta in pieno l’espressione musicale.
Il clavicembalo, strumento eterno appartenente al più alto rango della gerarchia musicale, traccia la strada al saxofono, il fanciullo dalla bellezza irriverente.
Questo connubio transgenerazionale trova l’equilibrio del suo ricercare nell’acqua, nella natura, nel mito. Là dove tutto comincia, ninfe e dee si incontrano, ed il mito si racconta.
- Alberto Di Priolo – Aretusa (2024)
- Gabriele Marzella – Gorgónes (2024)
- Weronika Ratusińska-Zamuszko – Nymphs II (2006)
Duo Aries
Il DUO ARIES, composto da Stefano Papa (saxofono) e Daniele Bonini (pianoforte), nasce nel 2015 e si afferma subito in importanti concorsi nazionali ed internazionali, quali lo “Svirél” (Slovenia), “Piove di Sacco” (Padova), “Premio Crescendo” (Firenze), “Città di Padova”, “Sony Talent Scout” di Madesimo, “Grand Prize Virtuoso” (Parigi), “Felix Mendelssohn” (Alassio) e “Rome International Music Competition”.
Si sono esibiti in Italia e in Germania nella prestigiosa Philharmonie Berlin Kammermusiksaal.
Fanno tesoro della loro esperienza solistica e cameristica maturata singolarmente, sviluppandola nella ricerca di uno stile che li contraddistingue per vivacità, energia e raffinatezza.
Il DUO ARIES ha in repertorio brani significativi per questa formazione, che spaziano dal neoclassicismo fino alla musica contemporanea, attraversando compositori post minimalisti.
Si sono esibiti in Italia e in Germania nella prestigiosa Philharmonie Berlin Kammermusiksaal.
Fanno tesoro della loro esperienza solistica e cameristica maturata singolarmente, sviluppandola nella ricerca di uno stile che li contraddistingue per vivacità, energia e raffinatezza.
Il DUO ARIES ha in repertorio brani significativi per questa formazione, che spaziano dal neoclassicismo fino alla musica contemporanea, attraversando compositori post minimalisti.
Strappatempo
La mirabolante avventura della storia della musica salpa da un futuro non così lontano, dove lo scontro tra il suono accelerato della tecnologica Città di Vetro e il suono profondo della primitiva Città Nera ha strappato il tempo. Un’intrapresa rocambolesca per ricucire lo strappo, una caccia al tesoro dei suoni del tempo: dal genio di Mozart alla musica di Rossini, dal canto gregoriano al rock dei Queen, dalla complessità di Beethoven alla spontaneità di un coro alpino.
Un viaggio per riscoprire, assieme, l’universalità e l’immediatezza della musica di ogni tempo, per ritrovare, assieme, un tempo dedicato all’ascolto.
In scena la musica del Milano Saxophone Quartet, ensemble musicale eclettico che si sta imponendo sulla scena nazionale ed internazionale, si fonde alla parola di Giorgia Antonelli, interprete ed autrice del racconto.
La regia di Titino Carrara dà vita ad una partitura teatrale – musicale dove gli attori diventano musica e la musica diventa teatro, in un continuo scambio di linguaggio fra la voce e le infinite sonorità di quattro sassofoni.
La drammaturgia musicale è stata ideata e composta dal Maestro Giovanni Bonato, le musiche sono interamente eseguite dal vivo dal Milano Saxophone Quartet con arrangiamenti originali.
La storia
Un tempo la terra era avvolta da un manto sonoro. Suoni e musiche carezzavano uomini e cose, si sentivano ovunque: in un fiore che schiude, in un abbraccio rubato, nel fuoco del camino. Un’armonia di istanti sonori incoraggiava la vita.
Poi iniziò il cantiere perenne della Città Verticale di Vetro: una quotidiana sfida al cielo coi suoi bracci meccanici che costruiscono ogni giorno piani su piani e la notte si lanciano sulla terra nera per risucchiare ferro e petrolio. La vita scorre ad un ritmo accelerato di suoni scomposti e tapis roulant, scale mobili, ascensori.
Ai piedi della Città di Vetro si è stratificata una corazza di cose buttate via: è la Città Nera. Uomini scivolano, da un nascondiglio all’altro, frugano e raccolgono quello che cade dall’alto. La vita pulsa ancora, ma ad un ritmo sempre più lento di suoni duri e pesanti.
I bracci meccanici hanno spezzato l’armonia degli istanti sonori.
Mila vive al milionesimo piano della Città di Vetro e conosce solo il suono frammentato della tecnologia; Dore, nella sua tana sotto la corazza, respira solo il suono soffocato della sopravvivenza: non hanno mai sentito le musiche delle piccole cose. Ma un giorno entrano in contatto grazie ad un telefono di barattoli e corde teso da una Città all’altra.
I loro sogni, le loro emozioni si rincorrono lungo il filo e poco alla volta danno vita a una piccola musica sospesa tra i due mondi.
Ma le due Città continuano a spingere in direzioni contrarie, una cresce ed accelera, acuta e affilata, l’altra rallenta, profonda e brutale, le due forze opposte spezzano i suoni che divengono stridore, acuto, rumore, sordo, e il meccanismo si inceppa, la terra si svuota... il tempo si strappa.
Tutti gli uomini, smarriti, perdono l’orientamento, tutti tranne Dore e Mila, legati dalla loro piccola melodia.
A loro il compito di ricucire il tempo interrotto, alla ricerca delle musiche delle piccole cose. Le troveranno nelle viscere della terra, dove è custodito il tesoro delle sfere del tempo. Nel loro cuore luminoso i ritmi vitali, le armonie ideali che l’uomo ha inseguito nella storia.
Incontri magici e divertenti, prove di astuzia e coraggio, sfere di luce e melodie come lenti di ingrandimento sul mondo.
È il tempo dell’ascolto, di sé e degli altri, per ritrovare quell’armonia, tra uomini e cose, che ci ricorda quello che volevamo essere: non automi futuristici in un’asettica Città di Vetro e nemmeno animali primitivi in una brutale Città Nera.
Forse, semplicemente, uomini.
Un viaggio per riscoprire, assieme, l’universalità e l’immediatezza della musica di ogni tempo, per ritrovare, assieme, un tempo dedicato all’ascolto.
In scena la musica del Milano Saxophone Quartet, ensemble musicale eclettico che si sta imponendo sulla scena nazionale ed internazionale, si fonde alla parola di Giorgia Antonelli, interprete ed autrice del racconto.
La regia di Titino Carrara dà vita ad una partitura teatrale – musicale dove gli attori diventano musica e la musica diventa teatro, in un continuo scambio di linguaggio fra la voce e le infinite sonorità di quattro sassofoni.
La drammaturgia musicale è stata ideata e composta dal Maestro Giovanni Bonato, le musiche sono interamente eseguite dal vivo dal Milano Saxophone Quartet con arrangiamenti originali.
La storia
Un tempo la terra era avvolta da un manto sonoro. Suoni e musiche carezzavano uomini e cose, si sentivano ovunque: in un fiore che schiude, in un abbraccio rubato, nel fuoco del camino. Un’armonia di istanti sonori incoraggiava la vita.
Poi iniziò il cantiere perenne della Città Verticale di Vetro: una quotidiana sfida al cielo coi suoi bracci meccanici che costruiscono ogni giorno piani su piani e la notte si lanciano sulla terra nera per risucchiare ferro e petrolio. La vita scorre ad un ritmo accelerato di suoni scomposti e tapis roulant, scale mobili, ascensori.
Ai piedi della Città di Vetro si è stratificata una corazza di cose buttate via: è la Città Nera. Uomini scivolano, da un nascondiglio all’altro, frugano e raccolgono quello che cade dall’alto. La vita pulsa ancora, ma ad un ritmo sempre più lento di suoni duri e pesanti.
I bracci meccanici hanno spezzato l’armonia degli istanti sonori.
Mila vive al milionesimo piano della Città di Vetro e conosce solo il suono frammentato della tecnologia; Dore, nella sua tana sotto la corazza, respira solo il suono soffocato della sopravvivenza: non hanno mai sentito le musiche delle piccole cose. Ma un giorno entrano in contatto grazie ad un telefono di barattoli e corde teso da una Città all’altra.
I loro sogni, le loro emozioni si rincorrono lungo il filo e poco alla volta danno vita a una piccola musica sospesa tra i due mondi.
Ma le due Città continuano a spingere in direzioni contrarie, una cresce ed accelera, acuta e affilata, l’altra rallenta, profonda e brutale, le due forze opposte spezzano i suoni che divengono stridore, acuto, rumore, sordo, e il meccanismo si inceppa, la terra si svuota... il tempo si strappa.
Tutti gli uomini, smarriti, perdono l’orientamento, tutti tranne Dore e Mila, legati dalla loro piccola melodia.
A loro il compito di ricucire il tempo interrotto, alla ricerca delle musiche delle piccole cose. Le troveranno nelle viscere della terra, dove è custodito il tesoro delle sfere del tempo. Nel loro cuore luminoso i ritmi vitali, le armonie ideali che l’uomo ha inseguito nella storia.
Incontri magici e divertenti, prove di astuzia e coraggio, sfere di luce e melodie come lenti di ingrandimento sul mondo.
È il tempo dell’ascolto, di sé e degli altri, per ritrovare quell’armonia, tra uomini e cose, che ci ricorda quello che volevamo essere: non automi futuristici in un’asettica Città di Vetro e nemmeno animali primitivi in una brutale Città Nera.
Forse, semplicemente, uomini.